DIGRESSIONI DI INIZIO ESTATE

Sabò.Tavola.O2.vign.04
Da un po’ di tempo è sempre così, quando termino un lavoro che mi ha impegnato per un lungo periodo, ho bisogno di un lasso di tempo in cui ricaricarmi, in cui sedimentare stati d’animo, raccogliere pensieri che mi permettano di ripartire.
So che una nuova storia di Nathan Never mi sta aspettando, ma non è questo, io ho bisogno d’altro, di un nuovo progetto, una nuova meta da raggiungere che mi regali quella carica senza la quale non potrei affrontare alcunché, è una condanna della mia esistenza e non so come potrei farne a meno.
E in questo trascorrere del tempo che, per sua fortuna va dirigendosi verso l’estate, mi è saltata agli occhi una considerazione sicuramente banale, ma al quale nessuno credo possa essere risparmiato, perché chiunque ne è permeato più o meno consapevolmente, e di cui un po’ tutti siamo prigionieri, e cioè al potere del proprio immaginario e di quanto questa influisca sulle nostre opinioni e considerazioni. Mi riferisco a quella impalcatura costruita su ogni evento, personaggio o argomento fatta di informazioni, deduzioni, immagini e sensazioni per cui ci costruiamo un’idea tutta nostra su ogni cosa e che, spesso, non corrisponde alla realtà e talvolta quasi la ribalta.
Mi spiego meglio, e lo farò con due esempi.Sabò.Tavola.21.vign.02
Mi è capitato anni fa di vedere uno spettacolo di Beppe Grillo, grande imbonitore, l’eloquio incisivo e spregiudicato, molto divertente nel trovare spunti cominci anche in argomenti seri (del resto è un comico) e anche molto convincente nelle argomentazioni su concetti come ambiente, politica e costume, per cui lo “incaselli” nella tua mente come un “masaniello” impegnato contro uno status conservatore, con solide basi civili e magari orientato verso un universo progressista e innovatore, salvo poi sentirlo difendere suo figlio accusato di stupro e scoprirlo sessista, retrogrado, maschilista e misogino e ribaltando in un solo momento l’idea di cui ti eri fatto di lui.Sabò.Tavola.27.vign.02
Così come nel tuo casellario di personaggi, o almeno io, ho collocato “visivamente” Bruce Springsteen in uno spazio dove me lo immagino bere birra e cantare canzoni ruvide in una roadhouse insieme a bikers tatuati, o commentare partite di baseball tra lavoratori di un’acciaieria, e comunque circondato da persone del proletariato, banale e superficiale come idea, vero? Può darsi, sarò sicuramente io che ho una limitata immaginazione e uno spirito deduttivo campagnolo e provinciale, e invece lo ritroviamo a Piazza di Siena dove sua figlia in una prova di barrage dove ha dimostrato di essere una cavallerizza degna delle Olimpiadi, e non munita di Stetson e speroni da cowboy, ma esattamente come una contessina del Devonshire, tanto per dire.Krasic in siestaTutto questo non per scalfire la considerazione che ho dei due personaggi (sul primo sì), ma semplicemente per rimarcare come il nostro assemblaggio di informazioni che nel tempo raccogliamo su fatti, argomenti o personaggi (e in base a quale fonte tutto questo viene ricostruito), non sempre ci danno una visione vicina alla realtà, ma spesso soggettiva, parziale e squilibrata, sempre orientata dalle nostre percezioni. Cosa per cui in realtà dovremmo essere attenti non solo ad esprimere giudizi, ma dovrebbe istigare ad una prudenza che ci eviti illusioni e false speranze allontanandoci così da possibili delusioni.
Sarà meglio che mi riemetta a disegnare, eh?
Lo so, ma quando attraverso periodi come questo le pulsioni sono svariate, e nel trascorrere del tempo in attesa di ispirazione o più semplicemente di stimoli che mi permettano di tuffarmi in qualcosa che assorba la mia energia, spazio tra l’ameno e il faceto e perciò dovete, (se siete arrivati fin qui, e la colpa è solo vostra), sopportare le mie digressioni, i miei pensieri a briglia sciolta e a volte senza capo né coda.
Come forse potete percepire, aleggia una leggera euforia tra le righe di questo post, e questo è dovuto inevitabilmente all’incombenza dell’estate, la stagione che mi è più congeniale, forse perché è proprio quella con la quale ho cominciato a vedere il mondo.
Per risparmiare gli utenti di Facebook da una immane lettura, e aggiornare uno spazio per molto (troppo) tempo trascurato, ho preferito inserire queste digressioni sul mio sito web, sia per portarlo a nuova vita, sia per emendare gli utenti del social -network ma non gli aficionados, ripeto, se siete arrivati fin qui vuol dire o che siete degli imperituri masochisti, o le mie chiacchiere non vi fanno del tutto schifo, e per ripagarvi di questo sforzo, inserirò a guisa di cotanta scrittura, alcune vignette del mio ultimo graphic-novel.

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