Ci siamo, si riparte.
Contrariamente alle marmotte, noi (ed il plurale è majestatis), andiamo in letargo d’estate, ci rifugiamo (ormai il plurale è d’obbligo) nelle nostre tane, non a dormire, ma a lavorare. L’estate per sua natura è lavorativamente più tranquilla, anche perché io disdico tutti gli inviti ad eventuali festival, concentro le mie corvèe di realizzazione delle tavole dei futuri libri (si continua col plurale), e ci godiamo quel poco di mare che tutti questi impegni mi concedono.
Ma quest’anno non ho potuto rifiutare tre inviti a relativi festival, perché il motivo di tale inviti era la ricorrenza, per la precisione i suoi 25 anni di pubblicazioni, dei natali editoriali di Nathan Never, il character della Sergio Bonelli Editore che mi ha introdotto dalla porta principale del Fumetto ed ha fatto di me quello che sono oggi, permettendomi di fare questo lavoro e dandomi la possibilità di fare probabilmente l’unica cosa di cui sono capace: il fumettaro.
In altre parole, glielo dovevo al vecchio Nat.
Piazza Fiume, lo spazio dedicato ai Fumetti. Sullo sfondo la Biblioteca dove si tenevano gli incontri.
Siamo arrivati insieme ad un Cosplayers e, per chi non lo sapesse: sono uguali a noi.
In realtà sono arrivato alla deduzione che lo fosse perché a Pisa, prima dell’imbarco e non sapendo di avere la stessa destinazione, avevo riscontrato la sua somiglianza con Johnny Depp, anche nel modo di camminare, negli eye-liner agli occhi, poi per l’enorme valigia che aveva al seguito che, con la coincidenza della stessa nostra ripartenza da Alghero, era troppo grossa per una sola persona (visto che noi in due ne avevamo una di giusto la metà dell’ingombro) e in più, perché la mia fertile memoria aveva riagganciato la visione di questo italico Jack Sparrow che avevo visto a Lucca e che, per somiglianza e mimica identica all’originale, mi aveva colpito.
All’arrivo sono finalmente venuto a conoscenza più o meno della mia “collocazione” all’interno del programma fino a quel momento misterioso, in pratica avevo un incontro con il pubblico la domenica alle ore 12,00 fino alle 13,00, per il resto mi dovevo mettere d’accordo col gestore dello spazio fumetti per le firme e le dediche sui miei libri, accordo che abbiamo raggiunto immediatamente.
Pranzo ad un risto-bar convenzionato fatto di buffet tipo apericena, chi prima arriva, prima macina, e questo per tutta la durata della manifestazione.
La manifestazione, che si articola principalmente nelle due piazze principali e più centrali della città: piazza d’Italia per i Cosplayers e piazza Fiume per i fumetti, ospitano la prima gli stand di rivenditori di gadgets e merchandising vario di tutto l’universo che va dal videogioco/Cartoons/serie TV ed ammennicoli vari, l’altra con un paio di stand di dubbia collocazione (almeno io non ne sono stato capace, in uno era in bella vista un seggiolone che doveva essere la riproduzione di quello de “Il trono di Spade”), e lo stand della Libreria Azuni che era il vero unico fulcro del reparto Fumetti.
La manifestazione in realtà, nasce con vocazione Cosplayer e visto il buon successo delle prime edizioni, dall’anno scorso è stato deciso di ampliare anche al fumetto la partecipazione di autori (oltre a me, di colleghi che conosco c’è anche Bruno Enna), una volta succedeva il contrario ma oramai noi fumettari non siamo più asse portante di niente e dobbiamo accontentarci, è triste ma dobbiamo farcene una ragione.
C’è da dire che in piazza d’Italia è stato anche allestito un palco dove oltre alla consueta sfilata di Cosplayer si esibiscono anche gruppi che eseguono musica a tema: colonne sonore di serie cartoon, di videogiochi ed amenità simili.
Il sabato però, che era giornata libera, ne abbiamo approfittato per andare al mare ad Alghero, che dista soltanto poche decine di chilometri. Perciò, la mattina, accompagnati dall’amico Antonio Sassu, siamo andati a prendere il trenino che collega le due città. La linea, gestita dall’azienda municipalizzata dei trasporti, ha inaugurato delle nuove vettura molto confortevoli che collegano i due centri e, a velocità molto tranquilla, la linea risale alla fine dell’800, siamo arrivati alla città balneare.
Allo stabilimento “Raggio di sole” gestito dall’amico Bruno (di nomea di fatto, visto l’invidiabile abbronzatura che mostrava), abbiamo trascorso l’intera giornata sull’arenile, godendoci un sole molto intenso e un’acqua dalla temperatura particolarmente mite per il periodo.
Sassari non è una brutta città, ma non mi pare abbia una vocazione turistica (o almeno non mi sembra attrezzata per questo) oltre a non avere una certa cura di sé stessa, così ad una prima occhiata, ha un bel duomo, dei palazzi caratteristici e potrebbe avere un centro storico fatto di piccoli vicoli stretti ed angusti che, se trattati con maggiore attenzioni, potrebbero davvero essere molto suggestivi, e ricordare quell’importante centro catalano che è stato un tempo. Ma, a detta di un amico molto informato, la diminuzione della forza lavoro del polo petrolchimico che era il vero motore economico della città e che oggi si è totalmente ridimensionato, e una politica di investimenti che hanno prediletto la periferia piuttosto del centro, ne ha fatto una città che a mio parere potrebbe dire davvero molto di più di quello che dice di primo acchito. Città universitaria (ma che rischia la perdita dell’ateneo per una possibile unificazione con quello cagliaritano) e quindi ricca di giovani studenti, ha una discreta movida, le strade e certi locali sono piuttosto affollati di giovani, almeno nei giorni in cui siamo stati presenti, e la caratteristica piazza Tola, piena di pub, pizzerie e ristoranti ne fa un punto di sicura attrazione per la vita notturna.
La sera del sabato, dopo una sessione di firme presso lo stand, siamo andati al ristorante “l’Assassino” e, dopo essersi assicurati la vita, abbiamo mangiato un paio di piatti di cucina locale: le melanzane alla sassarese, delle fave con salsiccia davvero ottime e i colurgiones con pomodoro e basilico, dei tortelloni locali farciti di formaggio e patate davvero gustosi ma che, viste le abbondanti porzioni, ci hanno ricordato quanto la posizione geografica, in questo paese, sia anche un indicatore della ricchezza dei piatti.
Alcune vedute di Sassari, nell’ultima foto: piazza Tola.
Come ho già detto, la manifestazione è incentrata sui Cosplayer ed annessi, per cui la parte fumetto è relegata a piazza Fiume e agli interventi di alcuni addetti ai lavori, tra cui il mio che è programmato per domenica alle ore12,00, dopo l’intervento di Davide Garbolino, un simpatico doppiatore di Cartoons (DragonBall, Bugs Bunny) e già presentatore della trasmissione Ciao Ciao Mattina su Italia Uno degli anni ’90. Ci eravamo conosciuti il giorno dell’arrivo ed avevamo pranzato insieme il giorno stesso, rivelandosi una simpatica persona ed un amabile conversatore.
Io nei giorni di venerdì e sabato avevo dato la mia disponibilità a fare dediche sugli albi che Emiliano Longobardi, titolare della Libreria Azuni, si era premunito di ordinare, e così è stato. Non posso dire che ci sia stata una ressa indicibile, ma tutto sommato le nostre copie hanno trovato i loro legittimi proprietari, ed io, da disilluso quale sono, mi dipingo scenari sempre più apocalittici di quelli che alla fine mi ritrovo ma, facendo così cerco di limitare le delusioni, non so se sia una forma di autodifesa, di certo funziona.
Insieme a Davide Garbolino.
Domenica alle 12,00, in una mattina calda di fine estate, mi appresto a fare il mio intervento, collocato in orario d’aperitivo, e con il triste presagio (tanto per non smentirmi) di una sala vuota, con la convinzione certa di perdere il confronto con un più fresco Spritz.
Mi vedo l’incontro dell’amico Garbolino, garbato e carino come sempre e poi mi appresto a sostituirlo al tavolo del conferenziere.
Il tempo stringe e non si concedono pause, per cui si parte in 4 o 5 persone, come temevo, lo Spritz sta vincendo a mani a basse, ma poi il mio pessimismo pian piano viene ridimensionato da un riempimento graduale della sala che, non si riempie, ma almeno al colpo d’occhio, fa la sua porca figura. Antonio Mercurio, organizzatore della manifestazione, è abile nel suo compito di anfitrione della situazione, si è preparato professionalmente le domande e tutto scorre molto simpaticamente in un incontro che a me sembra abbastanza carino, anche per l’interazione, sempre fondamentale in questi casi, di un pubblico partecipe che con domande intelligenti è riuscito a chiudere in modo interessante l’incontro.
Devo dire di esserne uscito soddisfatto, e si sa quanto esigente sia in queste situazioni.
Torniamo in Albergo e ci dirigiamo verso Alghero, la domenica terminerà li.
Non c’era una folla oceanica, ma non è il momento di maggiore affluenza, tuttavia l’incontro è stato carino e l’interazione col pubblico, a mio parere, interessante.
Con l’amico Antonio Sassu finiamo la giornata di nuovo sull’arenile di Bruno, come abbiamo fatto il giorno prima.
La sera poi, prenotato il ristorante, ci dirigiamo verso la città vecchia.
Alghero è l’esatto contrario di Sassari, tanto pare trascurato il capoluogo, tanto invece è curata quest’ultima, a parte le costruzioni che guarniscono il litorale, tutti a vocazione turistica case, B&B e alberghi, il vero gioiello è invece racchiuso all’interno delle mura che guardano il golfo.
Insieme all’amico Antonio Sassu.
Alghero.
Le mura di origine castigliana (la cittadina infatti è stata per lungo tempo una roccaforte spagnola) cingono la città vecchia e sono percorribili interamente con una bellissima passeggiata, di diversa concezione ed ampiezza, mi hanno ricordato però quelle altrettanto belle seppur molto diverse di una cittadina francese visitata tempo fa: Saint Malo.
Arroccata all’interno delle mura com’è, la vecchia Alghero è rimasta inespugnata da sempre, e racchiude dentro la cinta muraria un dedalo di viuzze piene di locali, ristoranti, negozi e varie attività, facendone una località turistica molto frequentata e di sicuro interesse, il grande numero di persone e visitatori sono la dimostrazione che la stagione, da queste parti, ha una durata ben maggiore che sulla costa Toscana, ad esempio.
La serata ha il suo appuntamento al ristorante “Maristella”, un locale caldamente consigliato da uno degli amici di Antonio e che ha la fama che proviene dalle sue lontane origini. La cena è davvero gustosa, fatta di un antipasto a base di “polpo all’agliata” e, almeno per quello che mi riguarda, un piatto di macarones de besa con salsa al ragù di mare, una specie di strozzapreti ma meno arricciati.
La giornata finisce con la bevuta di un Filu Ferru a condimento di un ottima cena e rientriamo, dopo aver costeggiato il lungomare algherese e, così facendo digerendo anche il lauto pasto.
Oggi si riparte in una giornata piuttosto nuvolosa che non ci fa rimpiangere il bel tempo dei giorni passati, il massimo per rientrare nei nostri tran tran quotidiani egli impegni che, come avvoltoi, ci aspettano senza darci tregua.
Venerdì, si riparte.