LUCCA 2024, NONOSTANTE TUTTO…

Sembra che non riesca a distaccarmi da questo mondo e da questa manifestazione, per il secondo anno consecutivo avevo deciso di saltarla, ma alla fine un amico mi ha proposto una zingarata da turista e trovato i biglietti, e alla fine sono andato.
Il sole ha benedetto la giornata (e tutta l’edizione, sicuramente molto più fortunata della precedente), ma ho fatto meno cose anche se forse ho visto più gente.
Potrei fare l’elenco delle persone ed i colleghi che ho incontrato, ma alla fine per cosa? Solo per snocciolare un elenco di nomi che devo necessariamente lasciare in elenco tanti sono. Del resto, se c’è una cosa piacevole in questa manifestazione, è oramai l’idea che si incontrano amici che probabilmente nell’arco dell’anno vedremo solo lì, e sono occasioni che ti ricordano che un tempo quello era un momento che aspettavi con entusiasmo, perché era la celebrazione di ciò che facevi e con chi la condividevi.


Insieme a Marcello Toninelli, compagno di gita, abbiamo fatto un’intervista alla Gedis (produttrice delle carte Legends degli eroi bonelliani), che non so bene dove sia finita, visto che sullo spazio social della società, ce ne sono alcune, ma delle nostre neanche l’ombra.
Abbiamo pranzato con la Medda Family (Michele, Lucia e Marco), nel primo ristorante che abbiamo incontrato e di cui neanche ricordo il nome, non credendo fosse così facile trovare cinque posti alle 13,30 di giovedì. Poi chiacchiere ogni due per quattro con le decine di persone incontrate, ci siamo fermati ovunque come fosse una via crucis, e per fare più o meno con tutti gli stessi discorsi. Discorsi sulla discesa del fumetto e della china che oramai ha preso Lucca verso la vocazione ad avvenimento generalista di ogni tipologia di entertainment, e il suo graduale allontanamento dall’antica vocazione originale. Ad esempio, abbiamo raccolto alcune testimonianze sulla sicura scomparsa del padiglione Giglio (dedicato appunto al fumetto, e ospitante scuole ed autori) a beneficio di un allargamento di cui beneficerà l’anno prossimo quello della RAI.
Abbiamo visto le esposizioni di Palazzo Ducale, un must al quale non ci si può sottrarre, apprezzando, almeno personalmente, soltanto la parte dedicata a Carmine di Giandomenico e quella su Metal Hurlant e gli Humanoides Associés (soprattutto per il valore nostalgico dei ricordi evocati).
Un bel ricordo è legato all’unico acquisto fatto, l’Artbook di Matteo Alemanno, talentuoso artista, amico e collega con il quale è facile addentrarsi in ragionamenti che esulano dalla semplice professione per approdare su altri argomenti, e al quale ho chiesto una dedica (richiesta che non rientra tra le mie abitudini), ma che a Matteo ho richiesto volentieri. E riscontrare con lui che, in modo diverso, ma stiamo attraversando lo stesso tumultuoso momento.


Solo a fine giornata mi sono ricordato di non essere andato neanche al padiglione della Bonelli, l’ho solo sfiorato, un segno rimarcabile della mia distanza da certe dinamiche, ed ho incontrato così, solo di striscio, alcuni colleghi di via Buonarroti con i quali mi sono fermato a dire banalità generiche, senza né il desiderio né la volontà di ripetere, con loro, i soliti discorsi.
Ecco quello che capita dopo un po’, ci si stanca di dire le stesse cose (come se fossero diverse dalla volta precedente), ci si scopre eternamente ripetitivi, e solo di fronte a facce entusiaste di colleghi che in quell’occasione si vogliono ancora godere quegli sprazzi di entusiasmo che una volta erano la norma e ai quali, almeno una volta all’anno, decidono di assecondare, decidiamo di soprassedere, rimanendo sul -Come va?- e poco altro, e poi ci si saluta. Ed è in queste occasioni che il cuore ti si fa più grave, perché neanche puoi condividere certi ragionamenti solo per non guastare la festa.
Per il resto non posso dire di avere visto molto anzi, potrei dire quasi nulla: né Totti vestito da Centurione romano, o le decine di splendidi cosplayers in giro per la città, le innumerevoli attrazioni sparse un po’ ovunque, eventi imperdibili di cui si fa un gran parlare per le prevendite con relative delusioni per non potere ottenere l’esclusiva dei biglietti, personaggi più o meno noti che oramai imperversano da ogni parte, io mi sono perso beatamente tutto; e se siete arrivati fino a qui sperando di avere notizie su ciò che c’era e di cosa vi siete persi, sarete rimasti delusi e mi dispiace. Vi siete solo le mie considerazioni personali con le medesime contumelie. La mia Lucca è sempre stata votata al fumetto e quello che per me era quel poco (e sottolineo poco) che ci girava intorno, il resto poteva anche non esserci, scusate il mio minimalismo.
Mi è capitato di vedere su You tube una parte della presentazione della manifestazione, e mi è venuto da sorridere nel vedere gli sforzi per mascherare il reale obbiettivo di quello che oramai è il carrozzone lucchese, e cioè un’enorme macchina per fare soldi e che sta fagocitando ogni cosa pur di crescere e sviluppare il suo business includendo di tutto.
Mi aspetto per gli anni a venire anche padiglioni sulla moda, sul cibo con la presenza di chef internazionali, vedette dei reality, contest di cucina, talents di settore, attori di fiction tv e…

Lucca, Lucca, ogni anno diventa un polo d’attrazione che per quelli che per decenni l’anno frequentata, vista cambiare e crescere, è un appuntamento al quale, come si vede, si fa fatica a rinunciare. Ma credetemi se vi dico che per me si fa ogni hanno più sbiadita, perché annacqua lentamente i ricordi che avevo di un mondo che non esiste più.
E’ nostalgia? Più che altro è una constatazione, io la Lucca che mi piaceva l’ho vissuta, esattamente come di questa posso fare semplicemente a meno. Del resto la vita ci mette di fronte a mutazioni inarrestabili e a cambiamenti ai quali ci si può solo adattare o, in altri casi, lasciarli correre verso il loro naturale futuro abbandonando tutto al proprio destino.

 

Qua sotto i due pards (io e Marcello Toninelli) in una generica foto che ci ritrae a giustificazione della nostra presenza alla manifestazione, anche se a dire il vero la foto potrebbe essere stata scattata in una qualsiasi altra Lucca illuminata dal sole.

 

 

 

 

 

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